di Simon Basten – fondazioneserono.org – 

Non c’è  giorno in cui un disabile non sia discriminato. Nell’accedere al trasporto pubblico, andare al bar per prendere un caffè, parcheggiare nei posti riservati, andare in vacanza, visitare un museo, sentirsi negare l’insegnante di sostegno. Eppure esiste una legge, la 67/2006, che serve per tutelare le persone con disabilità, ma questa viene spesso ignorata.

La legge 67/2006 tutela le persone con disabilità in caso di discriminazione, diretta o indiretta, tranne nei casi in cui la discriminazione avviene sul posto del lavoro, che ricadono sotto il D.lgs 216/03.

Secondo la legge non ci può essere nessun pregiudizio.

  • Si ha discriminazione diretta quando, per motivi connessi alla disabilità, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata una persona non disabile in situazione analoga.
  • Si ha discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone.
  • Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie, ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.

La legge parla chiaro ma è poco applicata. Una ricerca dalla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, presso gli archivi di alcuni tribunali italiani ha costatato che ci sono stati appena 64 provvedimenti giudiziari che hanno riguardato la discriminazione di persone disabili, la maggioranza dei quali sono stati effettuati dopo il 2011 e riguardano l’accessibilità dei luoghi pubblici e inclusione scolastica. Questa ricerca è sicuramente parziale ma è comunque indicativa del mancato utilizzo di questa legge.

Tra luglio 2015 e giugno 2018, il Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi  ha ricevuto oltre tremila segnalazioni ed  il 33% dei casi ha riguardato la scuola. “La prevalenza di segnalazioni relativa al tema dell’inclusione scolastica è dovuta, da una parte, al buon livello di consapevolezza sui propri diritti raggiunto dalle famiglie su questo tema. Dall’altro, dalla presenza di un ampio quadro normativo cogente e vincolante, che ha consentito a numerosi Tribunali di accertare diverse condotte discriminatorie e di condannare i relativi responsabili”, spiega l’avvocato Laura Abet. “I genitori degli alunni con disabilità oramai conoscono sempre meglio i diritti dei propri figli e cominciano sempre più a riconoscere quando una determinata situazione, condotta o omissione possa essere ricondotta al concetto di discriminazione vietata dalla Legge 67/2006”.

A seguire, il tema della compartecipazione al costo dei servizi socio-sanitari (12,40%), il lavoro (11,50%), l’accesso alle prestazioni sociali e sociosanitarie (8,50%), la tutela giuridica (5,4%), le barriere architettoniche (4,4%), l’accertamento dell’invalidità (3,45%), la mobilità (32,6%), la formazione professionale (1,64%), le  provvidenze economiche (1,15%), il tempo libero (1%),le  agevolazioni fiscali (1%), le protesi e gli ausili (0,9%), la pensionistica (0,8%).

Cosa fare quando si ritiene di essere stati discriminati

Nel caso si ritenga di essere stato discriminato, un buon punto di riferimento per segnalare il fatto e chiedere consiglio è il Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi  (link). Una seconda possibilità è l’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (link), che si occupa di tutti gli episodi di discriminazione, dunque anche quella verso le persone con disabilità. Infine, si può contattare anche l’Anmic, l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili, che da qualche anno  ha messo a disposizione un numero verde antidiscriminazione (link).

Fonte: fondazioneserono.org

Altre fonti: Gazzetta UfficialeLedhaInvalidi Disabili