Fonte: superando.it – 

All’interno del processo di rimodulazione dei servizi riabilitativi dedicati alle persone con lesioni spinali e con gravi cerebrolesioni acquisite, vi è anche il rischio di generare situazioni che porterebbero, di fatto, a una mancanza di riferimenti per le persone malate e per chi le assiste. Per questo la Sezione di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’UEMS (Unione Europea dei Medici Specialisti), le Federazioni FAIP e FNATC e la Società SIMFER hanno prodotto un documento congiunto, chiedendo tra l’altro il mantenimento dell’alta specializzazione in entrambi i settori riabilitativi.

È una questione che ha già una lunga storia, quella riguardante i servizi riabilitativi rivolti alle persone con lesione spinale e con gravi cerebrolesioni acquisite, una questione, ad esempio, già affrontata su queste pagine, alla fine dello scorso anno, da Vincenzo Falabella, presidente della FAIP (Federazione delle Associazioni Italiane di Persone con Lesione al Midollo Spinale), nel rivendicare l’indispensabile centralità di strutture quali le Unità Spinali Unipolari. A questo punto, per altro, è necessario fare qualche passo indietro e rifarsi alla normativa di questo settore.

Nelle Linee Guida del Ministero della Salute per la Riabilitazione del 1998, confermate dalle successive Linee di Indirizzo Ministeriali del 2011, venivano individuate, tra le strutture riabilitative di alta specializzazione, quelle rivolte a persone con lesione spinale (Codice 28) e quelle per persone con grave lesione cerebrale acquisita, che abbiano avuto una condizione di grave coma (trami cranici, ictus ecc.) (Codice 75).
A motivare tale suddivisione tra aree di alta specializzazione, era stata la necessità di avere gruppi di lavoro esperti per ciascuno dei due settori, che potessero diventare un riferimento costante nel corso della vita delle persone coinvolte, ovvero per supportarne la condizione di cronicità dopo la fine del ciclo riabilitativo.
A spiegare ora quale sia l’attuale punto in discussione, sono quattro organizzazioni, vale a dire la Sezione di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’UEMS (Unione Europea dei Medici Specialisti), la già citata FAIP, la FNATC (Federazione Nazionale Associazioni Trauma Cranico) e la SIMFER (Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa), che in una nota congiunta scrivono: «Il Ministero già da diverso tempo lavorava a un Decreto relativo all’appropriatezza in riabilitazione, per rimodulare l’offerta dei servizi riabilitativi. Su questo si è fatta strada un’idea secondo la quale il Codice 75, che prende anche il nome di Neuroriabilitazione, dovesse accorpare tutte le patologie neurologiche, abolendo, di fatto, il Codice 28 ed estendendolo a tutte le patologie neurologiche indipendentemente dalla gravità. Tale ipotesi è contrastata dall’intero movimento associativo di persone con lesione al midollo spinale e delle gravi celebrolesioni, nonché dalle Società Nazionali di Riabilitazione, mentre è supportata da alcuni circuiti privati di cliniche di riabilitazione e dalla Società Italiana di Neurologia».

Ma quali sono, secondo tali organizzazioni, i rischi dell’accorpamento di tutti i Codici delle patologie neurologiche nel Codice 75? «Il rischio – sottolineano – è che si verrebbe a perdere il concetto fondamentale di strutture di riferimento per le patologie più complesse, generando sostanzialmente una mancanza di riferimento per le persone malate e per chi le assiste. Inoltre, accorpando tutte le patologie neurologiche, indipendentemente dalla gravità, si genererebbe un aumento dei costi per il Sistema Sanitario Nazionale, essendo alta la tariffazione».

La Sezione dell’UEMS (Unione Europea dei Medici Specialisti), la FAIP, la FNATC e la SIMFER fanno pertanto riferimento al documento sull’appropriatezza presentato alla Conferenza Stato-Regioni, che prevede il mantenimento dell’alta specializzazione e una rimodulazione di tutti i setting riabilitativi, cercando di rapportare la tariffazione alla gravità della disabilità, un approccio assolutamente condivisibile». «Su questo – aggiungono – vi è stata una prima riunione di tutte le Regioni che si sono mostrate d’accordo, con l’eccezione del Lazio, pronto ad attuare una sperimentazione basata sull’accorpamento del Codice 75, supportato in questo da un documento di natura consultiva del Consiglio Superiore di Sanità, che pure si è pronunciato in favore di tale accorpamento».

«Considerato dunque – concludono le organizzazioni – che il parere del Consiglio Superiore di Sanità è solo consultivo, che quasi tutte le Regioni sono d’accordo nel mantenere l’alta specializzazione suddivisa in Codice 28 e Codice 75 e che per quanto tutto evidenziato le Associazioni di riferimento sono contrarie all’accorpamento della disabilità di origine neurologica in un unico Codice, chiediamo di portare definitivamente all’approvazione il documento sull’appropriatezza sottoposto al Parere della Conferenza Stato-Regioni». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: segreteria@faiponline.it