Una petizione presentata nei giorni scorsi al Consiglio Comunale di Torino, che ha ottenuto centinaia di sottoscrizioni, chiede che venga reso disponibile alle persone con disabilità motoria – tramite l’adattamento di alcuni veicoli – il “car sharing” (“auto condivisa”) del capoluogo piemontese, servizio promosso all’insegna di una mobilità maggiormente sostenibile che, come noto, permette di utilizzare un’automobile su prenotazione, prelevandola e riportandola in un parcheggio e pagando in ragione dell’utilizzo fatto.

Com’è ben noto, tra le iniziative di questi anni rivolte a una mobilità maggiormente sostenibile, numerose città hanno adottato il cosiddetto car sharing (letteralmente “auto condivisa”), servizio che permette di utilizzare un’automobile su prenotazione, prelevandola e riportandola in un parcheggio e pagando in ragione dell’utilizzo fatto.
Torino sono circa un migliaio i veicoli che circolano sul territorio urbano in car sharing ed è proprio ad essi che si è rivolta nei giorni scorsi una petizione promossa dagli architetti Cristian Tarasco e Luca Paiardi, presentata al Consiglio Comunale di Torino, dopo avere raccolto ben 438 sottoscrizioni, oltre alla piena adesione di organizzazioni quali la CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà).
Vi si chiede in sostanza di rendere disponibile il servizio alle persone con disabilità motoria, «favorendo in tal modo la loro autonomia – come sottolineano i promotori – e quella delle loro famiglie, oltre a sancire il diritto fondamentale alla piena partecipazione a tutti gli àmbiti della vita quotidiana, con le stesse opportunità di chiunque altro e senza alcuna discriminazione».

Nel dettaglio, la richiesta punta ad ottenere l’adattamento di alcune auto del car sharing circolanti a Torino – almeno una ogni cinquanta – con comandi specifici sul volante o sui pedali, rivolti a quasi tutti i tipi di disabilità, ma utilizzabili naturalmente anche da persone senza disabilità.
«Si tratterebbe – ha sottolineato Tarasco in sede di presentazione dell’iniziativa – di un servizio che permetterebbe anche ai turisti con disabilità di muoversi ad esempio tra l’Aeroporto di Caselle e la città, in autonomia e senza grossi problemi. Allo scalo torinese, infatti, sono oltre diecimila i casi di assistenza registrati ogni anno verso le persone con disabilità». «Più in generale – ha dichiarato ancora – questo potrebbe essere un punto di partenza anche per un cambio di mentalità sul territorio, un’iniziativa di innovazione sociale che ponga le basi per un miglioramento dei servizi in generale». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: uffstampa@cpdconsulta.it.

Fonte: Superando.it