Fonte: superando.it – 

«Festeggiamo i vent’anni della nostra Federazione, proprio nel giorno della Giornata Nazionale per la Prevenzione e la Cura dell’Incontinenza ed è un momento in cui si evidenziano le problematiche di ben cinque milioni di italiani. Oggi, infatti, una persona oncologica dichiara pubblicamente: «Io ho il cancro», ma nessuno dichiarerà mai «Io ho il pannolone».

 

L’incontinenza è l’ultimo tabù medico e le Istituzioni devono essere al fianco di chi ci convive. Proprio alle Istituzioni, dunque, lanciamo un appello, affinché questa patologia venga rivalutata, consentendo percorsi adeguati, che rendano in particolare le donne libere finalmente di uscire di casa e di far risparmiare al Servizio Sanitario Nazionale e a quelli Regionali milioni di euro annui in acquisto improprio di pannoloni».

A dichiararlo è Francesco Diomede, presidente della FINCOPP (Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico), il 28 giugno, che è la XIV Giornata Nazionale per la Prevenzione e la Cura dell’Incontinenza, in occasione della quale – come avevamo segnalato nei giorni scorsi – la Federazione ha promosso per il 28 e 29 giugno, il proprio VII Convegno Nazionale, in corso di svolgimento all’Istituto dei Tumori di Bari.
Istituita nel 2006 dalla Presidenza del Consiglio, la Giornata Nazionale prevede altresì iniziative di sensibilizzazione e solidarietà in tutta la Penisola e anche visite gratuite, come ogni anno, presso i Centri accreditati FINCOPP (se ne legga a questo link nel sito della Federazione).

«Il Convegno di Bari – spiegano dalla FINCOPP – ha l’obiettivo di proporre una riflessione sulla situazione “reale” e non immaginaria dell’incontinenza e dei disturbi del pavimento pelvico, dove in Italia sono ben cinque milioni le persone che ne soffrono (tre milioni di donne e due di uomini, molti dei quali prostatectomizzati e non riabilitati), anche in giovane età. L’incontinenza, infatti, non risparmia nemmeno i più piccoli e l’enuresi notturna riguarda un bambino su dieci in una fascia d’età che va dai 4 ai 7 anni».
Come sottolineato dal presidente Diomede, con l’appuntamento in Puglia ci si propone di celebrare i vent’anni di attività della FINCOPP, ma non solo: vi verrà infatti presentato anche il 2° Libro Bianco sull’incontinenza, sottotitolato provocatoriamente L’inferno dell’incontinenza. «Quest’ultimo – dichiarano dalla Federazione – rappresenta un importante strumento di consultazione e formazione per le Istituzioni, le Centrali di Acquisto e le tante Associazioni che spesso vagano nel vuoto alla ricerca delle migliori soluzioni sui dispositivi medici e che si occupano di patologie che causano incontinenza urinaria, fecale e disturbi al pavimento pelvico».

Alla due giorni di Bari è stata invitata la Ministra della Salute Giulia Grillo ed è prevista la partecipazione di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, Giovanni Gorgoni, direttore dell’ARESS Puglia (Agenzia Regionale Strategica per la Salute e il Sociale), Filippo Anelli, presidente nazionale dell’Ordine dei Medici, Barbara Mangiacavalli, presidente della FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche), Maria Vicario, presidente della FNOPO (Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica), Mauro Tavarnelli, presidente dell’AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti), e Antonio Delvino, direttore generale dell’Istituto dei Tumori di Bari e presidente della Rete Oncologica Pugliese.
Insieme ad altri autorevoli professionisti della Salute, i convenuti saranno impegnati in una serie di tavole rotonde e sessioni di lavoro, dove pazienti, medici, infermieri, fisioterapisti e ostetriche si confronteranno con i rappresentanti delle Associazioni operanti sul territorio e le Istituzioni, per fare emergere le condizioni di vita delle persone che soffrono di incontinenza, parlando di numeri, problemi, incongruenze e costi.
«Sarà anche l’occasione – sottolineano dalla FINCOPP – per sviluppare proposte di politiche pubbliche e private che allarghino le possibilità di guarire dal problema o di conviverci con dignità, portando all’attenzione dell’opinione pubblica gli strumenti di diagnosi, le pratiche di cura e sostegno già esistenti. Fondamentale, in tal senso, sarà la presenza delle Istituzioni con le quali istituire un dialogo costruttivo inerente il loro impegno nell’applicazione delle decisioni assunte e di quelle necessarie: dall’Accordo sulla materia fissato in sede di Conferenza Stato/Regioni, alla Proposta di Legge della nostra Federazione, dai nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), alle gare d’appalto in regime di monopolio».

«L’iniziativa – ricordano in conclusione dalla Federazione – si prefigge anche di divulgare in modo approfondito le complesse problematiche legate all’incontinenza urinaria, anale e fecale in àmbito femminile (isolamento, stigma, diritti ai PDTA-Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali, diritti a dispositivi medici di qualità, problematiche sociali, lavorative, relazionali, sessuali, sportive ecc.). Infatti, nonostante l’incontinenza incida pesantemente sulla qualità e la quantità di vita di tante persone, provocando in esse ansia, isolamento e depressione, solo una minoranza, vincendo l’imbarazzo e la vergogna, si rivolge al medico. Nella stragrande maggioranza dei casi, invece, la patologia può essere curata con successo, come evidenziano i massimi esperti nel settore, tramite strategie quali la rieducazione pelvi-perineale, i farmaci, le infiltrazioni locali, la chirurgia mininvasiva, il pacemaker e la neuromodulazione». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@hlstampa.com.

I costi dell’incontinenza e la FINCOPP
Secondo stime accreditate, il Servizio Sanitario Nazionale – tramite le Regioni e le ASL – spende per i soli ausili ad assorbenza e per i cateteri poco più di 444 milioni di euro all’anno (circa 374 per gli ausili per l’incontinenza, e poco meno di 70 per i cateteri).

A tutto ciò vanno aggiunti i costi delle medicazioni, che ammontano a poco meno di 70 milioni di euro all’anno, senza dimenticare che vanno aggiunti l’IVA al 4%, i costi di spedizione, i margini della filiera distributiva, nonché la spesa annua che ogni famiglia sopporta di tasca propria nelle farmacie, sanitarie o supermercati, oltre ai costi del personale addetto a registrare e/o dispensare tali dispositivi. In totale, la spesa complessiva stimata dalla FINCOPP è di circa 2 miliardi e mezzo di euro all’anno, dando vita, pertanto, a un volume d’affari sicuramente elevato, che giustifica ampiamente i quotidiani passaggi televisivi degli spot pubblicitari sui presidi ad assorbenza.
Secondo la FINCOPP, è necessario varare una legge nazionale, tesa ad attivare i “Centri di 1°, 2° e 3° livello”, e a normare l’inserimento nel mondo lavorativo, assicurando la mobilità della persona incontinente grazie alla costruzione di bagni pubblici nel tessuto urbano.
Certa inoltre del fatto che la prevenzione è l’unica arma vincente, la FINCOPP stessa ha iniziato a collaborare con le scuole materne, dove una serie di professionisti della continenza illustrano agli operatori scolastici, ai genitori e ai nonni come praticare le buone abitudini per svezzare il bambino dall’uso del pannolino sino alle buone pratiche per l’utilizzo del gabinetto, l’igiene intima e il lavaggio delle mani.